Allegria di naufragi
La ripresa del viaggio
Allegria di naufragi era il primo titolo dato da Ungaretti alla sua raccolta; il poeta spiega la sua scelta: “Il primitivo titolo, strano, dicono, era Allegria di naufragi. Strano se tutto non fosse naufragio, se tutto non fosse travolto, soffocato, consumato dal tempo. Esultanza che l’attimo, avvenendo, dà perché fuggitivo, attimo che soltanto l’amore può strappare al tempo, l’amore più forte che non possa essere la morte. È il punto dal quale scatta quell’esultanza d’un attimo, quell’allegria che, quale fonte, non avrà mai se non il sentimento della presenza della morte da scongiurare. […] Non sono il poeta dell’abbandono alle delizie del sentimento, sono uno abituato a lottare, e devo confessarlo — gli anni vi hanno portato qualche rimedio — sono un violento: sdegno e coraggio di vivere sono stati la traccia della mia vita. Volontà di vivere nonostante tutto, stringendo i pugni, nonostante il tempo, nonostante la morte”.
Versa il 14 febbraio 1917
E subito riprende
il viaggio
come
dopo il naufragio
un superstite
lupo di mare
La poesia è composta da sei versi brevissimi, a volte formati anche da una sola parola. Tutto ruota intorno alla similitudine, espressa con il “come” messo in evidenza perché collocato in modo solitario nel terzo verso. La condizione dell’uomo, che sta vivendo la dolorosa esperienza della guerra, viene paragonata a quella del lupo di mare sopravvissuto ad un naufragio, che riprende il largo, forte della sua esperienza
“Allegria” e “naufragi” costituiscono apparentemente un ossimoro, apparentemente perché i naufragi rappresentano le avversità che l’esistenza pone dinanzi al cammino dell’essere umano in questo mondo, i dolori e i dispiaceri che tutti, prima o poi, dobbiamo affrontare. Questa tragedia è foriera di allegria ̀ intesa come lo stato d’animo di un uomo che dopo essere sopravvissuto rinasce, risorge e si rimette all’opera per ricominciare a vivere dopo la tempesta. Le difficoltà, perciò, hanno un aspetto positivo, perché inducono a riconoscere il naturale e inesauribile slancio verso la vita. Dopo ogni naufragio, infatti, l’uomo superstite sente rinascere in sé la volontà di ricominciare da capo, sente un rinnovato impulso a vivere: questa vitalità istintiva è la sua allegria.
Lo stile breve e conciso, frammentato e completamente privo di punteggiatura, essenziale, acuisce il tono drammatico senza celarne il significato più autentico, che è invece un messaggio di speranza e ottimismo.