Commiato

Giuseppe Ungaretti, Allegria, Il porto sepolto

Luca Pirola
2 min readJan 25, 2024
Natalia Goncharova, La gare, 1914

Commiato è la poesia che chiude la raccolta Il Porto Sepolto e come la lirica di apertura, che dà il nome all’intera raccolta, contiene una dichiarazione di poetica. Ultima poesia della raccolta anche dal punto di vista cronologico, Commiato è indirizzata ad Ettore Serra, il giovane ufficiale dell’esercito che nello stesso 1916 stampa a Udine Il Porto Sepolto e nel 1923 scriverà il saggio La poesia di Giuseppe Ungaretti.

Così lo stesso Ungaretti racconta l’incontro con Ettore Serra e, grazie a lui, la pubblicazione del Porto Sepolto: Ettore Serra era un giovane tenente che io avevo incontrato per caso, non ricordo più se a Versa o altrove. […] Avevo un tascapane dove c’erano dei pezzetti di cartoline in franchigia con degli scarabocchi, e c’erano dei pezzetti di carta strappati agli involucri delle pallottole con degli scarabocchi. E questo bravo Ettore Serra prese quelle cartacce e le riordinò e poi un bel giorno andò a Udine dove c’era una stamperia […] e le fece stampare.

Schema metrico: versi liberi

Locvizza il 2 ottobre 1916

Gentile
Ettore Serra
poesia
è il mondo l’umanità
la propria vita
fioriti dalla parola
la limpida meraviglia
di un delirante fermento

Nella prima strofa Ungaretti offre una definizione universale di poesia, la parola poetica è presentata nella sua funzione creatrice intesa in senso biblico: il mondo, l’umanità, la vita esistono in quanto nominati dalla poesia; i termini assumono una nuova esistenza nella fioritura della parola poetica (fioriti dalla parola v.6).

La parola poetica, riportata alla luce dal “porto sepolto” della propria profondità può far sbocciare la vita: essa è improvvisa e sbalorditiva chiarezza (limpida meraviglia v.7) che nasce da insondabili profondità psichiche e dai territori nascosti dell’essere (delirante fermento v.8) e li illumina.

Quando trovo
in questo mio silenzio
una parola
scavata è nella mia vita come un abisso

Dopo aver descritto la poesia in generale, Ungaretti parla della “sua” poesia, di quella parola (v.11) che diventa verso da sola e occupa il centro della seconda strofa, scavandosi graficamente una nicchia tra il silenzio (v.10), richiamato nei primi due versi, e l’abisso (v.13) evocato dagli ultimi due.
La poesia consiste dunque in una miracolosa scoperta che affiora dal silenzio solo grazie a un’operazione di scavo, a una faticosa e sofferta esplorazione sotterranea della propria vita: ricercare la parola poetica significa inoltrarsi in un abisso con lo scopo di portare in superficie la verità.

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Luca Pirola
Luca Pirola

Written by Luca Pirola

History and Italian literature teacher

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