Goal
La solidarietà e la condivisione del dolore e della gioia
Scritta nel 1933–1934 questa lirica conclude il ciclo di Cinque poesie per il gioco del calcio, incluso nel Canzoniere.
Dedicando questa poesia al gioco del calcio, Saba sceglie di trattare un tema veramente popolare, infatti la poesia è semplice e chiara, lo stile umile e il contenuto rientra nella volontà di ritrarre gli aspetti della vita quotidiana: la sua città, Trieste, le partite di calcio, il mare, gli affetti familiari, la natura, i ricordi dell’infanzia.
I versi di questa lirica descrivono le emozioni di un goal durante una partita di calcio: ogni strofa illumina una zona diversa del campo di calcio, descrivendo i comportamenti e le emozioni dei vari protagonisti: un portiere piange, l’altro esulta; la folla è in delirio. Tra i riflessi del goal il testo mette in evidenza il sentimento di fratellanza che unisce coloro che portano i colori della stessa squadra (giocatori e tifosi). Nella prima immagine si descrive la solidarietà del compagno in ginocchio che consola il portiere e gli permette di superare la vergogna e il senso di colpa; nella seconda la gioia che unisce tifosi e giocatori intorno al vincitore che li rende partecipi della sua felicità; infiene nella terza la partecipazione “lontana” del portiere, che non può materialmente abbracciare il compagno, ma esulta da lontano con lo spirito che compie capriole..
Metro: tre strofe di sei versi endecasillabi, ciascuna divisa in due terzine.
Il portiere caduto alla difesa
ultima vana, contro terra cela
la faccia, a non veder l’amara luce.
Il compagno in ginocchio che l’induce
con parole e con mano, a rilevarsi,
scopre pieni di lacrime i suoi occhi.
Il gol scatena sentimenti contrastanti: la prima immagine coglie il dramma del portiere sconfitto che, dopo aver tentato inutilmente di fermare il pallone, nasconde il viso pieno di lacrime a terra; invano un compagno cerca di consolarlo. Nella terza strofa l’altro portiere, rimasto solo nella porta inviolata, partecipa come può alla gioia della squadra con salti e capriole.
A evidenziare il contrasto di emozioni scatenate dal goal, la poesia è divisa in due diverse aree semantiche: nella prima strofa il poeta utilizza soprattutto termini che, per associazione di idee, de- scrivono l’amarezza e la delusione per la sconfitta (caduto; ultima; vana; amara…); nelle altre due strofe troviamo, invece, termini che esprimono l’idea della gioia e dell’esultanza (ebbrezza; trabocchi; si gettano…)
L’argomento della poesia richiede l’uso di alcuni termini del gergo calcistico (goal, portiere, difesa, rete), ma la nota dominante è comunque quella di un linguaggio letterario: la difesa è ultima vana, i compagni di squadra sono fratelli, gli uomini sono indicati con una perifrasi a quanti l’odio consuma e l’amore. l’enjambement e i due aggettivi ultima e vana, accostati senza virgola. In particolare l’enjambement crea sospensione, accentuando l’idea del fallimento del portiere sconfitto. inoltre le anastrofi, ad esempio al verso 1–3, 5–6 e 10–12, e l’omissione dell’articolo contro terra contribuiscono a conferire elevatezza al discorso.
L’azione di gioco che ha portato al goal è stata veloce e improvvise le differenti emozioni: perciò il poeta lega stilisticamente tra loro le strofe, in modo che l’ultimo verso di ognuna faccia rima con il primo verso della strofa successiva (occhi/trabocchi; vedere/portiere).
La folla — unita ebrezza — par trabocchi
nel campo. Intorno al vincitore stanno,
al suo collo si gettano i fratelli.
Pochi momenti come questo belli,
a quanti l’odio consuma e l’amore,
è dato, sotto il cielo, di vedere.
Se nella prima strofa abbiamo l’immagine dei protagonisti immobili, piegati a terra (Il portiere caduto; Il compagno in ginocchio); nelle altre scene prevale il movimento: la folla che si agita e preme sulle curve e pare traboccare; i compagni che saltano al collo del vincitore; il portiere della squadra che ha segnato che esulta e, poiché non riesce a contenere la gioia, si lancia in capriole e giravolte.
E così, i due risvolti del goal di una partita di calcio diventano il pretesto per parlare dell’uomo e del suo mondo interiore. La scena descritta, infatti, assume un significato allegorico, indica dalla terzina conclusiva della seconda strofa: la vittoria sportiva, l’esultanza della folla unita diventano una metafora delle gioie della vita.
Presso la rete inviolata il portiere
— l’altro — è rimasto. Ma non la sua anima,
con la persona vi è rimasta sola.
La sua gioia si fa una capriola,
si fa baci che manda di lontano.
Della festa — egli dice — anch’io son parte.
Anche il portiere rimasto al suo posto rientra nel quadro allegorico, essendo parte della festa alla quale partecipa a distanza. Resta però la disperazione del portiere sconfitto, che viene implicitamente confrontato con quest’ultimo: la capriola del vincitore costa le lacrime dello sconfitto, poiché non esiste gioia così intera da escludere il dolore.
L’interesse per il gioco del calcio è da collegarsi al desiderio di Saba di avvicinarsi e farsi espressione dei sentimenti della gente comune. Il gioco del calcio e la rete rappresentano i momenti cruciali dell’esistenza dell’uomo, segnati dalla gioia e dal dolore, ma il gioco vede anche l’occasione per stemperare il dolore con la solidarietà di chi è consapevole di partecipare a un momento della festa collettiva. Anche per questo il portiere rimasto fermo è una metafora del poeta. Saba sa bene che l’intellettuale ha una posizione distinta da quelle delle masse popolari, ma rivendica la sua comunione con chi agisce (i giocatori in campo) e con il resto della gente (la folla di spettatori). Il gioco diventa lo strumento per rinsaldare i legami della collettività.