Ho sceso, dandoti il braccio

Una nostalgica dichiarazione d’amore

Luca Pirola
4 min readApr 16, 2020
Escher, scale infinite

Il poeta si rivolge, in un muto dialogo, direttamente alla donna che non c’è più e le confessa che la sua assenza lo ha privato delle consuetudini e del mutuo scambio di aiuto che caratterizzava la loro vita di coppia. Dolorosamente sottolinea il suo sconforto per la sensazione di vuoto e il suo sgomento nel continuare la propria vita senza di lei.

Questa poesia è celebre per la semplicità con cui Montale esprime il sentimento di mancanza per un persona che ha fatto parte a lungo della sua vita di ogni giorno, dando e ricevendo aiuto nelle situazioni più quotidiane. Il dato reale è presente (Drusilla soffriva di una malattia alle ossa e aveva effettivamente bisogno di aiuto per scendere le scale), ma la discesa delle scale diventa, per l’anziana coppia, il simbolo di un lento declino verso la vecchiaia e la morte. Malgrado il declino, Montale resta fermo nella sua convinzione che la realtà possa essere altra da quella che si vede: l’incontro con una persona come Mosca, che lo comprendeva, lo amava e lo guidava, lo ha confermato in questa idea.

Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.

Nel primo verso emerge subito la vena di profondo e lucido pessimismo che in genere pervade la poesia di Montale. L’immagine, che contiene evidentemente un’iperbole (un milione di scale), è una metafora del percorso della vita, un percorso in discesa perché segna il progressivo capitolare verso la morte, ma anche perché la vita è un continuo “scendere a compromessi”. La stessa immagine, tuttavia allude concretamente ai numerosi viaggi fatti dal poeta e Mosca e ai tanti luoghi visitati insieme.

Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.

Dall’iniziale ricordo delle esperienze condivise, il poeta passa a esprimere una sensazione di vuoto, causata dalla mancanza di Mosca, che in vita organizzava affettuosamente le sue giornate. La mancanza è sottolineata dal “viaggio” di Montale che “dura tuttora”, ma al poeta non servono più le coincidenze e le prenotazioni, né gli capitano inganni (trappole) e umiliazioni (scorni).
È centrale nel testo la metafora del viaggio: la vita è presentata come un percorso, un breve […] lungo viaggio, nel quale i due protagonisti hanno dovuto scendere diversi gradini, ovvero — fuori di metafora — hanno dovuto incontrare e superare una serie di momenti più o meno difficili, che hanno segnato la loro esistenza.

Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
non già perché con quattr’occhi forse si vede di più.
Con te le ho scese perché sapevo che di noi due
le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue.

La seconda strofa inizia con una variante del primo verso: da un lato costituisce un’eco sentimentale molto suggestiva dall’altro, grazie alla diversa disposizione sintattica della frase, dà al verso un andamento prosastico e cambia la prospettiva di lettura del percorso fatto insieme. In questa strofa, infatti, il poeta riconosce il maggiore acume di Mosca, perché le sole vere pupille, capaci di guardare oltre l’ingannevole apparenza delle cose erano quelle della moglie.

Elemento cardine del testo è l’antitesi, che accosta elementi di significato opposto tra loro, spingendoli fino al paradosso. Drusilla era miope perciò le sue pupille sono definite offuscate. Eppure, nonostante questo difetto, le sue pupille sono le sole vere, perché lei è la sola a sapere che la realtà non è quella che si vede, e a cogliere il vero senso del mondo al di là delle apparenze. La poesia si esplicita quindi nella contrapposizione tra la vista fisica e la vista mentale.

Il tono è dimesso, l’andamento volutamente prosastico. Questa poesia, “terra terra” (l’iperbole “un milione di scale” ripetuta due volte è tipica del parlato) non rinuncia a toccare temi profondi e a sovrapporre allusivamente significati ulteriori agli oggetti umili e quotidiani che nomina. Si noti l’espressione metaforica (con quattr’occhi forse si vede di più) con cui l’autore allude alla vista profonda spirituale della miopissima moglie.

Dedicati alla moglie, gli Xenia non hanno solo la funzione encomiastica di lode alla donna amata. Con essi Montale intende proporre un elogio della saggezza e del disincanto di chi, come Drusilla, ha imparato a non fidarsi delle apparenze e sa leggere la verità profonda delle cose.
Parallelamente il poeta denuncia l’inganno in cui cadono quanti si affidano a un’osservazione presuntuosa e superficiale della realtà, credendosi saggi e furbi, pur essendo in verità ingenui e stolti

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Luca Pirola
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Written by Luca Pirola

History and Italian literature teacher

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