I monologhi di Mirandolina

La locandiera, atto 1, 9 e 23 — atto 3, 13

Luca Pirola
6 min readJan 22, 2021

Al termine del primo atto compare in scena Mirandolina, la protagonista della commedia. Dopo alcune scene di dialogo in cui Mirandolina è al centro dell’azione, tanto chetiene testa a tutti i pretendenti, senza essere mai sgarbata, irrispettosa o troppo confidenziale, rappresentando nel concreto la dote di equilibrio dell’uomo di garbo, la locandiera rimane da sola in scena per esporre in un breve monologo il suo pensiero e i suoi progetti.

atto 1, scena IX

Atto 1, scena 9^

MIRANDOLINA (sola): Uh, che mai ha detto! L’eccellentissimo signor Marchese Arsura mi sposerebbe? Eppure, se mi volesse sposare, vi sarebbe una piccola difficoltà. Io non lo vorrei. Mi piace l’arrosto, e del fumo non so che farne. Se avessi sposati tutti quelli che hanno detto volermi, oh, avrei pure tanti mariti! Quanti arrivano a questa locanda, tutti di me s’innamorano, tutti mi fanno i cascamorti; e tanti e tanti mi esibiscono di sposarmi a dirittura.

Pur se il carattere di Mirandolina deriva dalla maschera della Servetta, un’astuta contadina che tratta i propri padroni con disinvoltura, esso non si identifica con una sola qualità, ma si delinea come un personaggio ricco e complesso: le piace essere servita e riverita, ma non cede alle lusinghe dei corteggiatori e le sfrutta a proprio vantaggio; da buona borghese è orgogliosa del proprio lavoro (la mia locanda non ha camere in ozio) e rivendica il ruolo di imprenditrice di se stessa.
La locanda è rappresentazione del mondo aristocratico di Venezia: Mirandolina vive e gestisce un ambiente ostile con atteggiamento brillante e malizioso; la sua supremazia è conquistata con l’intelligenza.

E questo signor Cavaliere, rustico come un orso, mi tratta sì bruscamente? Questi è il primo forestiere capitato alla mia locanda, il quale non abbia avuto piacere di trattare con me. Non dico che tutti in un salto s’abbiano a innamorare: ma disprezzarmi così? è una cosa che mi muove la bile terribilmente. É nemico delle donne? Non le può vedere? Povero pazzo! Non avrà ancora trovato quella che sappia fare. Ma la troverà. La troverà. E chi sa che non l’abbia trovata? Con questi per l’appunto mi ci metto di picca.

Mirandolina lancia la sfida al cavaliere, perchè è irritata dal suo atteggiamento misogino e vuole punire la sua presunzione. Il progetto di seduzione diventa acquisizione di un modello di emancipazione femminile, infatti lei agisce con civetteria per affermare la superiorità femminile, perché le donne sono “la miglior cosa che abbia prodotto al mondo la bella madre natura”. In questo modo Mirandolina vuole mettersi alla prova, ma il piacere della conquista è unito alla ricerca di una giustificazione ideologica del proprio comportamento, perché l’umiliazione del misogino costituirà un modello di emancipazione per le altre donne.

Quei che mi corrono dietro, presto presto mi annoiano. La nobiltà non fa per me. La ricchezza la stimo e non la stimo. Tutto il mio piacere consiste in vedermi servita, vagheggiata, adorata. Questa è la mia debolezza, e questa è la debolezza di quasi tutte le donne. A maritarmi non ci penso nemmeno; non ho bisogno di nessuno; vivo onestamente, e godo la mia libertà. Tratto con tutti, ma non m’innamoro mai di nessuno. Voglio burlarmi di tante caricature di amanti spasimati; e voglio usar tutta l’arte per vincere, abbattere e conquassare quei cuori barbari e duri che son nemici di noi, che siamo la miglior cosa che abbia prodotto al mondo la bella madre natura.

Il primo monologo di Mirandolina è costituito da un unico periodo strutturato, scelta sintattica necessaria per spiegare l’intreccio; il discorso della locandiera èstrutturato con frasi brevi, coordinate e formule proverbiali per mantenere il registro fedele all’intento realistico di Goldoni.
Quando parla direttamente ai suoi interlocutori Mirandolina è sempre educata e garbata ed usa un linguaggio di impeccabile, ossequiosa proprietà; ma quando parla fra sé manifesta la sua vera natura, la sua sostanziale volgarità di piccola borghese attaccata al denaro. Il suo primo monologo è tutto infiorato di espressioni gergali e termini crudi, “Mi piace l’arrosto e del fumo non so che farne”, “tutti mi fanno i cascamorti”). Ciò rivela come tutto il suo contegno si regga sulla finzione e la dissimulazione, accorlamente manovrate per il raggiungimento dèi suoi fini.

atto 1, scena 23

Atto 1, scena 23^

MIRANDOLINA (sola): Con tutte le sue ricchezze, con tutti li suoi regali, non arriverà mai ad innamorarmi; e molto meno lo farà il Marchese colla sua ridicola protezione. Se dovessi attaccarmi ad uno di questi due, certamente lo farei con quello che spende più. Ma non mi preme né dell’uno, né dell’altro.

Il realismo della commedia risiede anche nella costruzione di personaggi non completamente buoni o cattivi: la stessa Mirandolina è connotata dalI’attaccamento all’interesse maleriale. La locandiera, lungi dall’essere un’amabile, garbata “sirena”, tutta civetterie e deliziose mossette, è una persona scaltra e calcolatrice. una profittatrice sfrontata sino al cinismo. In questo rivela le caratteristiche tipiche del ceto mercantile, in quanto “vende” un serizio. Se del mercante presenta le caratteristiche positive, laboriosità, senso pratico, fermezza di carattere, la locandiera possiede in maggior misura quelle negative. Mirandolina, infatti, specula sulla sua bellezza e sul suo fascino per attrarre nobili clienti nella sua locanda, ma non solo, con questi mezzi fa anche loro accettare un trattamento alberghiero che si intuisce alquanto scadente (la biancheria piena di buchi, la “carnaccia di bue” imbadita a tavola…), ricavandone così un notevole profitto.

Sono in impegno d’innamorar il Cavaliere di Ripafratta, e non darei un tal piacere per un gioiello il doppio più grande di questo. Mi proverò; non so se avrò l’abilità che hanno quelle due brave comiche, ma mi proverò. Il Conte ed il Marchese, frattanto che con quelle si vanno trattenendo, mi lasceranno in pace; e potrò a mio bell’agio trattar col Cavaliere. Possibile ch’ei non ceda? Chi è quello che possa resistere ad una donna, quando le dà tempo di poter far uso dell’arte sua? Chi fugge non può temer d’esser vinto, ma chi si ferma, chi ascolta, e se ne compiace, deve o presto o tardi a suo dispetto cadere. (Parte.)

Un altro tratto che caratterizza Mirandolina, che è uno degli strumenti principali del suo dominio, è l’abilita a fingere. Nella sua impresa di seduzione mette in atto una recita di sottilissima sapienza “teatrale”. Per questo da.parle di vari critici si è potuto parlare, per la propria finzione, di una sorta di “teatro nel teatro”, di una commedia recitata da Mirandolina all’interno della commedia.

atto 3, scena 13

Atto 3, scena 13^

Camera con tre porte.

MIRANDOLINA (sola): Oh meschina me! Sono nel brutto impegno! Se il Cavaliere mi arriva, sto fresca. Si è indiavolato maledettamente. Non vorrei che il diavolo lo tentasse di venir qui. Voglio chiudere questa porta. (Serra la porta da dove è venuta.) Ora principio quasi a pentirmi di quel che ho fatto. È vero che mi sono assai divertita nel farmi correr dietro a tal segno un superbo, un disprezzator delle donne; ma ora che il satiro è sulle furie, vedo in pericolo la mia riputazione e la mia vita medesima. Qui mi convien risolvere quelche cosa di grande. Son sola, non ho nessuno dal cuore che mi difenda. Non ci sarebbe altri che quel buon uomo di Fabrizio, che in tal caso mi potesse giovare. Gli prometterò di sposarlo… Ma… prometti, prometti, si stancherà di credermi… Sarebbe quasi meglio ch’io lo sposassi davvero. Finalmente con un tal matrimonio posso sperar di mettere al coperto il mio interesse e la mia reputazione, senza pregiudicare alla mia libertà.

L’abbandono della prudenza e della moderazione dell’uomo di garbo mettono Mirandolina in una situazione critica, perché il Cavaliere sedotto e poi respinto minaccia di diventare violento. Pericolo ancora più grave per Mirandolina sarebbe la perdita della reputazione e l’onore, elementi essenziali per il successo economico della sua attività.
La soluzione che escogita (l’intenzione di sposare Fabrizio) le permette di mantenere la credibilità sociale senza perdere completamente la sua libertà.

Tuttavia Mirandolina si rivela non essere interessata all’altro sesso in quanto tale: gli uomini sono degradati a puri oggetti dell’esercizio del dominio. Si coglie in lei una segreta avversione per gli uomini, che è simmetrica all’odio per le donne del Cavaliere. Ciò mostra in Mirandolina anche una sostanziale aridità sentimentale, che è mascherata con l’alibi della sua libertà, da difendere.

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Luca Pirola
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Written by Luca Pirola

History and Italian literature teacher

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