I sogni e l’autoinganno
L’amore di Emilio Brentani per Angiolina
Senilità descrive la condizione esistenziale propria della vecchiaia, segnata dall’incapacità di agire, dalla rinuncia a ogni forte emozione e dall’abbandono di ogni desiderio. Emilio Brentani, il protagonista del romanzo, giunge a tale condizione per le delusioni amorose, causate dalla distorta percezione della relazione con Angiolina.
Quanto più la donna reale, con i suoi continui tradimenti e le sue bugie, delude le aspettative amorose e sentimentali di Emilio, tanto più egli le attribuisce qualità ideali immaginando una donna dai tratti quasi stilnovistici. Il sogno ad occhi aperti assolve così una funzione compensatoria, creando un immagine capovolta della prostituta che è dipinta come creatura angelica. Emilio inganna se stesso, cancellando la triste verità su Angiolina ma appagando in modo illusorio il desiderio ferito.
Senilità, capitolo 10
Egli sperava ancora sempre che il possesso così pieno avrebbe finito col togliere violenza al suo sentimento. Invece egli andava ai ritrovi sempre con la medesima violenza di desiderio e nella sua mente non s’acquietava la tendenza a ricostruire l’Ange che veniva distrutto ogni giorno. Il malcontento lo spingeva a rifugiarsi nei sogni più dolci. Angiolina quindi gli dava tutto: il possesso della sua carne e — essendone essa l’origine — anche il sogno del poeta.
Tanto di frequente la sognò infermiera che tentò di continuare il sogno anche accanto a lei. Stringendosela fra le braccia col violento desiderio del sognatore, le disse, — Vorrei ammalarmi per essere curato da te. — Oh, sarebbe bellissimo! — disse ella che in certe ore si sarebbe prestata a tutti i suoi desiderî. Naturalmente bastò quella frase per annullare qualunque sogno.
Sebbene il romanzo venga raccontato in terza persona e il narratore onnisciente sia di fatto estromesso dalla narrativa sveviana, ogni tanto riemerge per annullare la ricostruzione ingannevole operata dall’autoinganno di Emilio. In poche sentenziose frasi il narratore esterno riduce a puro delirio i sogni che Emilio ha faticosamente costruito. Si crea così un antitesi tra il lavorio incessante della coscienza di Emilio e le sue falsificazioni e il disinganno sarcastico del narraotre. Tale conflitto di prospettiva rende impossibile il conseguimento di una accertata verità dei fatti.
Una sera, trovandosi con Angiolina, egli ebbe un’idea che per quella sera alleviò potentemente il suo stato d’animo. Fu un sogno ch’egli ebbe e sviluppò accanto ad Angiolina e ad onta di questa vicinanza. Essi erano tanto infelici causa il turpe stato sociale vigente. Egli ne era tanto convinto che poté pensare di essere persino capace di un’azione eroica pel trionfo del socialismo. Tutta la loro sventura era originata dalla loro povertà. Il suo discorso presupponeva ch’ella si vendesse e ch’era spinta a farlo dalla povertà della sua famiglia Ma essa non se ne accorse e le sue parole le sembravano una carezza eppoi pareva egli volesse biasimare solo se stesso.
La prostituzione di Angiolina assume una dimensione eroica in questa interpretazione di Emilio: la ragazza sacrifica la sua virtù per garantire la sopravvivenza della famiglia. Tale comportamento, dunque, merita la compassione, non la condanna dei benpensanti.
In una società differente egli avrebbe potuto farla sua, pubblicamente, subito, senza imporle prima di darsi al sarto. Faceva proprie anche le menzogne di Angiolina, pur di renderla dolce e indurla a entrare in quelle idee, per sognare in due. Ella volle delle spiegazioni ed egli gliele diede beato di poter dar voce al sogno. Le raccontò quale lotta immane fosse scoppiata fra poveri e ricchi, i più e i meno. Non v’era da dubitare dell’esito della lotta il quale avrebbe apportato la libertà a tutti, anche a loro. Le parlò dell’annientamento del capitale e del mite breve lavoro che sarebbe stato l’obbligo d’ognuno. La donna uguale all’uomo e l’amore un dono reciproco.
Sempre pronto ad arrampicarsi sui vetri per giustificare in ogni modo la propria amante, della cui vicinanza non può fare a meno, Emilio sposa la causa socialista, facendo sua l’interpretazione della piaga della prostituzione come effetto collaterale della povertà e vagheggiando la libera unione tra uomini e donne, fondata unicamente sul libero amore.
La lotta di classe si concluderà inevitabilmente — nel sogno di Emilio — con la vittoria del proletariato. L’illusione si alimenta con il clima di ottimismo diffuso dai partiti socialisti che attendevano con positivistica e fatalistica fiducia lo scoppio della rivoluzione operaia, come reazione naturale all’oppressione del capitalismo. La dottrina marxista prefigurava la dittatura del proletariato in cui il lavoro sarebbe stato leggero perché lo sfruttamento sarebbe stato abolito, la donna avrebbe avuto pari diritti e l’amore non avrebbe seguito logiche economiche di convenienza.
Ella chiese delle altre spiegazioni che già turbarono il sogno, e poi concluse: — Se tutto venisse diviso, non ci sarebbe niente per nessuno. Gli operai sono degl’invidiosi, dei fannulloni, e non riusciranno a niente. — Egli tentò di discutere ma poi vi rinunziò. La figlia del popolo teneva dalla parte dei ricchi.
Angiolina, sebbene appartenga al popolo, ha assorbito una mentalità borghese e sta dalla parte dei ricchi, dissolvendo con le proprie parole l’ennesimo sogno del protagonista.
il finale ironico smonta il sogno di Emilio, opponendogli una visione egoistica che sposa l’ideologia elitaria della borghesia, gelosa dei propri privilegi e prevenuta nei confronti del ceto operaio.
Oltre all’attenzione all’interiorità dei personaggi, il carattere innovativo di Senilità, è l’approfondita indagine interiore che l’autore compie sui protagonisti. La coscienza di Emilio diventa la vera protagonista, tanto che Emilio stesso si rivela per la strabordante attività della sua coscienza, sempre al lavoro per concedere alibi e appoggio a un io estremamente fragile e indifeso. La coscienza dei personaggi sveviani anziché porsi come il luogo della razionalità, è costantemente in balia di pulsioni ed esitazioni, che finiscono per alterare la percezione della realtà esterna: per esempio Angiolina è per Emilio Brentani perfino una figura angelica e il protagonista non fa altro che giustificare con ripetuti autoinganni la sua visione della donna che in realtà conduce una vita fatta di tradimenti e di menzogne.