Il Barocco: cultura e letteratura

Profilo di un’Epoca “sudicia e sfarzosa”

Luca Pirola
9 min readDec 4, 2020
Rubens, Minerva protegge la pace da Marte

L’Italia tra Cinquecento e Seicento

Dopo la pace di Cateau Cambresis del 1559 si afferma in Italia l’egemonia spagnola, ciò significa che i maggiori Stati rinascimentali della penisola perdono l’autonomia politica, tuttavia il predominio degli Asburgo di Spagna garantisce all’Italia un periodo di pace e tranquillità. Inoltre l’appartenenza all’impero spagnolo consente a tutti le compagini politiche italiane di godere dei vantaggi della supremazia asburgica in Europa, incrementando la produzione economica e i commerci, nonostante la ormai affermata prevalenza delle rotte oceaniche e la forte tassazione.

Rembrandt, La ronda di notte, 1642, Rijksmuseum, Amsterdam

La prosperità italiana è bruscamente interrotta dai conflitti collegati alla Guerra dei Trent’anni (1618–1648): il passaggio di eserciti stranieri oltre a depredare il terriorio, porta con sé carestie e pestilenze, tra cui la famosa peste “del Manzoni” del 1630. La produzione economica ne risente per il rapido calo demografico che sempre accompagna i periodi di conflitto e instabilità. La lotta continentale contro la supremazia asburgica si connota come una lotta contro la cattolicità, perciò la Controriforma accentua il suo carattere repressivo della cultura e della libera espressione, concretizzatosi nell’Indice dei libri proibiti e nello strapotere del tribunale dell’Inquisizione, che controlla strettamente la produzione intellettuale.

Il mondo è un gran teatro

In questo contesto storico si nota la perdita delle certezze del passato, infatti le scoperte scientifiche (soprattutto l’affermarsi della teoria eliocentrica) portano alla scoperta di infiniti mondi possibili, scardinando certezze secolari; contemporaneamente la raggiunta stabilità della riforma protestante, che appare chiaramente impossibile da sradicare, diffonde un alone di incertezza anche sui dogmi di fede.

Se la fede non può più garantire la certezza delle verità, visto che il proprio vicino di casa segue una confessione differente e si ritiene depositario della corretta interpretazione del Vangelo, e se la scienza dimostra che l’osservazione della natura tramite i sensi è ingannevole (se il sole sorge e tramonta, la scienza dice che il moto è solo apparente, perché in realtà è la Terra che si muove, senza che lo si percepisca), l’uomo del Seicento non riesce più a trovare una verità che metta in accordo Fede, scienza e senso comune. Il buon senso, la religione e la scienza non permettono più di comprendere il mondo, perciò tutto diventa illusorio, come descritto dalla metafora che dipinge il mondo come un gran teatro, in cui tutto è apparenza, perché la verità è soggettiva e inconoscibile, pertanto tutto è vano, caduco e provvisorio.

La mancanza di certezze porta a fidarsi solo delle proprie percezioni sensoriali, il sensualismo, inteso come ricerca di soddisfazione dei piaceri percettivi, diventa l’unica modalità per conoscere il mondo e la Natura. Questo, tuttavia, dà un appagamento effimero che non soddisfa il bisogno di ordine e certezze; la conseguenza di ciò è la diffusione di un senso della caducità della vita, dell’inevitabilità dello scorrere del tempo e dell’immanenza della morte.

Politicamente si affermano le monarchie assolute, in cui l’individuo delega il potere e la regolamentazione di sè all’istituzione superiore, senza dover avere delle posizioni, fare delle scelte, affermare dei principi.

L’intellettuale e la società

Diego Velasquez, Las meninas, 1656

Nella seconda metà del Cinquecento gli intellettuali sono ancora legati alle corti principesche retaggio del Rinascimento, perciò la produzione culturale rimane dipendente dal mecenatismo dei principi. Si afferma in questo periodo il Manierismo, una poetica che riprende l’estetica dello stile classico, preoccupandosi solo di riprodurne l’eleganza formale, ma svuotandola di significato e contenuto.

L’affermazione dell’egemonia spagnola determina la decadenza economica e politica delle corti che non sono più centri di cultura, l’attività intellettuale si trasferisce nelle accademie, spesso patrocinate dai monarchi, che assumono in tal modo il controllo della produzione culturale. Le monarchie assolute indirizzano le arti verso temi e forme a loro gradite, veicolando dei messaggi che supportino l’ideologia dell’assolutismo esaltando la figura del re e la società gerarchizzata. L’intellettuale è ormai un cortigiano, fedele ai desideri della committenza, pertanto le opere si caratterizzano per servilismo e obbedienza ai dettami dei potenti. La produzione letteraria, soprattutto in Italia, si orienta verso campi marginali, pubblicando studi eruditi e poesie d’occasione.

Le accademie, tuttavia, a volte si configurano come un tentativo di autorganizzazione degli intellettuali, che rivendicano un’originalità di pensiero e di produzione non sempre consentita. In questi ambienti — spesso periferici rispetto alle capitali delle grandi monarchie (Firenze, Roma, Napoli) si sviluppano studi scientifici innovativi.

La poetica del Barocco

Il termine barocco deriva probabilmente da in baroco, un termine della Filosofia Scolastica che indica un sillogismo complesso e pedante. Un’altro interpretazione indica l’origine del termine nel francese baroque, cioè una perla di forma irregolare. Quale che sia l’etimologia del nome, Barocco indica un elemento disarmonico e stravagante, infatti la peculiarità dell’arte barocca è creare stupore e affascinare mediante la creazione di effetti grandiosi, spettacolari e raffinati giochi intellettuali.

D’altra parte il peso della Controriforma impone all’arte di istruire e divulgare le verità di Fede, questo è il motivo della diffusione di un arte popolare semplice e immediata che sia compresa da un vasto pubblico.

La metafora e il concettismo
La finalità della letteratura è stupire e affascinare attraverso la figurazione concettuale. La metafora cessa di essere una figura comparativa per diventare un vero e proprio strumento di conoscenza della realtà circostante, perché accosta elementi lontani e individua relazioni impensate. La metafora, perciò, estende il pensiero oltre il consueto e l’abitudine, quindi scopre nuove realtà oltre a quella sensibile (cfr. Descartes).

Chiesa di San Francesco, interno con decorazioni lignee, Porto

Accanto a questa evoluzione funzionale della metafora si diffonde l’uso retorico del concetto, un’immagine o un accostamento metaforico ardito, che spesso gioca sul collegamento di elementi contrapposti come luce/buio o vita/morte.

La poesia, dunque, si risolve nella ricerca dell’artificioso, dell’effetto sorpresa, gusto della novità e del raro, condotta attraverso l’accumulo di elementi decorativi e figure retoriche. L’effetto finale che si ottiene è simile a quello rappresentato dalle decorazioni sovrabbondanti delle chiese barocche.

La definizione delle regole

Il Barocco è un’epoca di contraddizioni che si evidenziano anche nella lingua. Alla sperimentazione esasperata del concettismo corrisponde la contemporanea codificazione della lingua letteraria sui modelli del Trecento e del Rinascimento, avvenuta nel 1612 con la pubblicazione del Vocabolario degli Accademici della Crusca. Questa operazione risponde ai criteri di una rigida attività normativa, finalizzata alla sistemazione di un patrimonio linguistico vasto, che marchi il distacco della lingua letteraria dal parlato.

La codifica delle regole linguistiche e la sistematizzazione del vocabolario letterario collide con la esasperata ricerca dello stravagante e dell’effetto meraviglioso dei peti concettisti che inventano neologismi; contrasta con la necessità di chiarezza e precisione degli scienziati, che introducono parole derivate dal parlato per descrivere i risultati delle loro ricerche; è contrastante con la ripresa del dialetto in atto nel teatro popolare della commedia dell’arte.

La trattatistica

La prosa scientifica ha un ampio sviluppo in quest’epoca attraverso la ripresa di forme tradizionali quali l’epistola e il dialogo e l’elaborazione del saggio come nuovo genere focalizzato su un argomento.

Pieter van Miereveld, Lezione di anatomia del dottor Willem van der Meer a Delft

I divulgatori scientifici utilizzano il latino come lingua della scienza e il volgare come lingua per allargare il pubblico e aumentare la forza di persuasione della loro argomentazione. Infatti essi focalizzano la loro attenzione sui contenuti per denunciare la limitazione della libertà di espressione per il dogmatismo religioso e il controllo politico.

I trattati di scienza e filosofia promulgano l’indipendenza della scienza e la diffusione delle nuove scoperte del metodo sperimentale; gli autori più autorevoli sono Galileo Galilei, Tommaso Campanella, Giordano Bruno. La trattatistica storica e politica si concentra in Italia sulla discussione relativa alla ragion di Stato (seguendo lo stile di Machiavelli) e dei Tacitisti, che imitano l’approccio storico dell’autore latino; In generale la precettistica si configura come sterile e poco significativa (Paolo Sarpi) e come letteratura utopistica (Tommaso Campanella).
In Europa, invece, gli intellettuali si preoccupano di teorizzare il concetto di sovranità e di motivare la creazione dello Stato assoluto (John Locke, Thomas Hobbes, Jean Bodin).

Il teatro

Anche la produzione drammatica è molto differente tra l’Italia e l’Europa. In Francia, in particolare, si affermano autori notevoli quali Racine e Moliére.

Rappresentazione ottocentesca della tragedia di Racine Fedra e Ippolito

Il primo rinnova il classicismo di ispirazione greca e romana. I suoi drammi rispettano le unità aristoteliche (tempo, luogo e azione) per narrare le vicende di personaggi complessi in trame molto semplici. La sua attenzione di posa, infatti, sul contrasto tra passione individuale e realtà circostante. Lo stile è raffinato e sublime, perseguendo la finalità di ordine, eleganza e purezza.

Moliére si dedica allo sviluppo della commedia realistica che si ispira a situazioni contemporanee, secondo il principio che il teatro deve diventare lo specchio del mondo. Mondo che l’autore dipinge con una mordente satira sociale e di costume. I personaggi di Moliére sono problematici e inquieti, si esprimono con un lessico quotidiano , popolare, ma non volgare, infatti utilizzano una lingua viva e moderna.

In Italia, invece, il teatro conosce una crisi sempre più profonda, esprimendosi solamente attraverso la commedia dell’arte, rappresentazione rivolta a un pubblico popolare incolto. Sul palco non agiscono personaggi, ma maschere che rappresentano tipi fissi che si esprimono in dialetto. I dialoghi dei drammi seguono un canovaccio su cui gli attori improvvisano liberamente seguendo il tipo della maschera che rappresentano. La trama delle commedie dell’arte è esile e ripetitiva, basandosi più sulla spettacolarità della preponderante gestualità piuttosto che sulle battute del copione.

La lirica barocca

Il gusto del meraviglioso è perseguito dai poeti barocchi attraverso due vie opposte: il concettismo e il classicismo. In entrambe le espressioni della lirica la parola è slegata dal contenuto perché lo scopo della poesia non è comunicare, ma stupire
Da un lato il classicismo ricerca la novità metrico — stilistica per ottenere la meraviglia. La produzione classicistica spazia dalla poesia per musica, al poema eroicomico alla poesia pastorale, cercando l’originalità nelle forme piuttosto che nei contenuti.

Dall’altro il concettismo è sempre alla ricerca della novità tematica che deve stupire, quindi il mondo è concepito come un’unica, immensa metafora da cui attingere. La sperimentazione di temi tradizionali (come l’amore) accanto ai nuovi (scienza, filosofia, chimica, musica, pittura, brutto, osceno) caratterizza l’ampia produzione dei poeti barocchi, il più famoso dei quali è Giovan Battista Marino.

La poetica di Marino i può sintetizzare nella sua frase è del poeta il fin la meraviglia, perché egli è il maggiore sostenitore della poetica edonistica del meraviglioso. Le sue opere sono ispirate dall’emulazione del modello del Tasso, come maestro di raffinatezza retorica. Marino sa fare un uso sapiente della lingua letteraria per creare effetti sorprendenti, e un uso spregiudicato delle fonti che non esita a copiare, tanto da essere stato spesso accusato di plagio, nonostante un’innegabile capacità inventiva.
le sue opere principali Opere La lira, una raccolta di rime, l’Adone, un poema mitologico e La sampogna degli idilli pastorali, sono rappresentativi della poesia barocca per l’inserimento nella lirica del brutto e dell’osceno; altrettanto significativa è la trattazione del tema della morte e della caducità della vita nella poesia funebre.

Vener, Adone e Cupido

L’Adone, un poema eroico, è il capolavoro del Marino. Il poeta riprende la tradizione epica, ma il tema amoroso è prevalente sulla guerra; la dimensione della vicenda d’amore dei protagonisti è privata, non epica, nonostante l’ambientazione mitologia e idilliaca.

La struttura verte su una vicenda centrale tenue da cui si dipartono episodi secondari che si susseguono dando un ritmo variegato e multiforme.
La trama narra di Cupido che fa innamorare Venere del mortale Adone. Questi è educato a godere dei piaceri dei cinque sensi per poter diventare degno dell’amore della dea; quando la sua formazione è completa, Mercurio celebra le nozze tra i due amanti.
Nel consesso divino, tuttavia, Adone non è accettato, infatti deve difendersi dagli attacchi di Marte, geloso. Esasperato e intimorito Adone fugge da Cipro dove è accindentalmente ucciso da un cinghiale. Il poema si conclude con i giochi funebri in suo onore.

Il poema tenta di proporre una rappresentazione allegorica, infatti Cipro, dove Adone si rifugia in fuga dall’Olimpo, è il luogo opposto alla corte; qui dominano : amore, gioco e arte.
Altro tema è l’educazione di Adone che celebra il piacere del godimento raffinato di tutti sensi, ma contemporaneamente celebra la virtù dell’arte e della scienza.

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Luca Pirola
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Written by Luca Pirola

History and Italian literature teacher

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