Il bilancio di una vita

Mario Luzi, nell’imminenza dei miei quarant’anni

Luca Pirola
3 min readApr 9, 2020
Egon Schiele, Hilly landscape, 1911–1912

La poesia è un resoconto della prima parte della propria vita: il poeta — sullo sfondo di un paesaggio rurale — fissa in poche, significative immagine i momenti essenziali della sua esperienza.

La prima strofa determina il luogo carico di malinconia (cupo) e dell’atteggiamento riflessivo del poeta che contempla l’orizzonte.

Il pensiero m’insegue in questo borgo
cupo ove corre un vento d’altipiano
e il tuffo del rondone taglia il filo
sottile in lontananza dei monti.

Nella seconda si indica il tempo: l’avvicinarsi dei quarant’anni. La vita del poeta è descritta come un periodo pieno di ansie e preoccupazioni, alternato a momenti felici. Illustra questa alternanza di momenti felici e difficili con la metafora del vento di marzo, che porta la pioggia e subito dopo la luce. Un’altra immagine (l’albero di dolori) esprime il fardello di sofferenza che grava sul poeta; in questi dolori include la perdita improvvisa dei suoi parenti o delle persone a lui care.

La scrittura è diaristica, ma al contempo allusiva. I versi sono endecasillabi sciolti legati da enjambements (vv. 3/3, 3/4) che evidenziano l’animo cupo del poeta sottolineando l’aggettivo “sottile”. La metafora del volo del rondone evoca il pensiero dell’esame di coscienza che taglia la tranquilla insensibilità in cui a volte il poeta indulge.
Le allitterazioni permettono di conferire alla lirica una lieve musicalità, che è intensificata dagli echi interni di parole quasi omofone.

Sono tra poco quarant’anni d’ansia,
d’uggia, d’ilarità improvvise, rapide
com’è rapida a marzo la ventata
che sparge luce e pioggia, son gli indugi,
lo strappo a mani tese dai miei cari,
dai miei luoghi, abitudini di anni
rotte a un tratto che devo ora comprendere.
L’albero di dolore scuote i rami…

La terza strofa definisce l’atteggiamento da tenere di fronte all’esistenza: tutto ciò che si è passato ha un senso, non è stato uno spreco senza scopo. Dalla esperienza personale la riflessione passa a considerazioni generali sull’umanità. Gli uomini si incontrano, si perdono, stringono amicizia, vivono gioie e dolori alla ricerca della purezza interiore.

Si sollevano gli anni alle mie spalle
a sciami. Non fu vano, è questa l’opera
che si compie ciascuno e tutti insieme
i vivi i morti, penetrare il mondo
opaco lungo vie chiare e cunicoli
fitti d’incontri effimeri e di perdite
o d’amore in amore o in uno solo
di padre in figlio fino a che sia limpido.

La quarta strofa porta lo sguardo sul futuro: forte di tale certezza il poeta può proseguire il cammino di letizia e tristezza, consapevole che l’Eterno è presente nella quotidianità di ciascuno.

E detto questo posso incamminarmi
spedito tra l’eterna compresenza
del tutto nella vita nella morte,
sparire nella polvere o nel fuoco
se il fuoco oltre la fiamma dura ancora.

Il messaggio della poesia è quello della testimonianza quotidiana della verità: la vita è un dono inestimabile, in ogni momento l’uomo deve rendere grazie a Dio che ci parla attraverso le cose e gli altri. La riflessione sul senso dell’esistenza scaturisce dall’avvicinarsi del compleanno, che lo porta a un esame di coscienza. Se la vita appare come un susseguirsi di dolori, angosce, illogicità, solo la caparbia ricerca di un significato oltra l’orizzonte limitato della quotidianità permette di comprendere che tutto ciò che si prova non è inutile. Non fu vano (v.14) cambia il tono della lirica verso una speranza di senso. La vita deve portare l’uomo a comprendere in modo sempre più limpido di dover insistere in atti d’amore e carità, per essere sempre significativi in ogni incontro, in ogni situazione e bruciare il proprio tempo senza paura.

la lettura del poeta

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Luca Pirola
Luca Pirola

Written by Luca Pirola

History and Italian literature teacher

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