Il gelsomino notturno
L’impossibilità di essere felici
La poesia è una lirica d’occasione, infatti fu composta nel 1901 per le nozze di un amico, si tratta dunque di un carme epitalamio. Nella dedica Pascoli scriveva:
[…] alla gentile sposina non occorre che tu legga subito la poesia: domani se mai!
La raccomandazione del poeta è illuminante per comprendere il simbolismo del testo, poiché la lirica evoca il concepimento di un bimbo da parte della coppia di novelli sposi.
Il gelsomino notturno, detto anche bella di notte, è un fiore i cui calici si aprono al tramonto e si chiudono all’alba.
metro: quartine di novenari a rima alternata.
E s’aprono i fiori notturni,
nell’ora che penso ai miei cari.
Sono apparse in mezzo ai viburni
le farfalle crepuscolari.Da un pezzo si tacquero i gridi:
là sola una casa bisbiglia.
Sotto l’ali dormono i nidi,
come gli occhi sotto le ciglia.Dai calici aperti si esala
l’odore di fragole rosse.
Splende un lume là nella sala.
Nasce l’erba sopra le fosse.Un’ape tardiva sussurra
trovando già prese le celle.
La Chioccetta per l’aia azzurra
va col suo pigolio di stelle.Per tutta la notte s’esala
l’odore che passa col vento.
Passa il lume su per la scala;
brilla al primo piano: s’è spento…È l’alba: si chiudono i petali
un poco gualciti; si cova,
dentro l’urna molle e segreta,
non so che felicità nuova.
La poesia è costruita in modo allusivo su un tema implicito: la prima notte di nozze dell’amico, il “mistero” dell’amore da cui nascerà una nuova vita; un tema troppo conturbante per il poeta per nominarlo esplicitamente.
L’io ipersensibile del poeta (che appare fuggevolmente al secondo verso) osserva dall’esterno la casa in cui si compie il “mistero”; il poeta è così teso a raccogliere ogni minima sensazione da percepire anche l’impercepibile: il crescere dell’erba, il movimento delle stelle, il bisbiglio amoroso degli sposi nella casa lontana.
Il poeta, infatti, concentra la sua attenzione sul giardino della casa nuziale, cogliendo la vita naturale che vi si manifesta. In lontananza i movimenti animano la casa: le due descrizioni (quella della natura e quella dei movimenti interni alla casa) procedono mediante versi alternati, che suggeriscono l’equivalenza tra la sensualità profumata del gelsomino e la pudica fecondazione degli sposi. La natura si identifica nell’evento amoroso attraverso il simbolo sensuale del fiore che si apre a sera e all’alba raccoglie nel suo segreto la gioia feconda.
La lirica, dunque, conduce un parallelismo tra due fecondazioni; le corrispondenze tra natura e uomo sono evidenziate dal seguente schema:
Assumendo un atteggiamento da “guardone” che osserva distanza la casa della giovane coppia, il poeta il poeta lascia trasparire qualcosa di ancora più delicato e segreto: il sentimento doloroso di essere escluso dall’amore e dalle gioie familiari. Tale sentimento può essere espresso solo indirettamente attraverso il pensiero ossessivo dei propri cari morti, l’immagine dell’ape esclusa da un alveare già occupato, e per contro attraverso le immagini di felicità domestica animale (i nidi, la chioccia seguita dai suoi pulcini). Questa oscillazione è indice dell’incapacità del poeta di abbandonarsi alle gioie dell’amore, perché è trattenuto dalla nostalgia per la famiglia e dal legame con il “nido” perduto.
Analisi stilistica
Piena applicazione del linguaggio analogico del “fanciullino, infatti la lirica procede mediante un testo che procede come una trama di pensieri slegati, immagini frammentarie sparse senza ordine, accostando liberamente impressioni.
La sintassi piana e paratattica (coordinate) accosta singole annotazioni separate solo dal punto fermo, come se il senso che le collega restasse sospeso nei silenzi tra frase e frase. Questa organizzazione fa sì che il ritmo sia scandito con coincidenza tra pausa metrica e pausa grammaticale, procedendo per distici isolati. Gli enjambements, infatti sonon ridotti a due nessi identici “s’esala/l’odore” v. 9–10 e 17–18, corrispondenti al momento di massima sensualità della lirica.