Il neorealismo

Luca Pirola
3 min readMar 5, 2020

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Autori e romanzi tra il 1945–1965

Il neorealismo è una corrente culturale che si sviluppa in Italia nel secondo dopoguerra; l’approccio dei suoi esponenti è basato prima di tutto sul concetto che l’arte “deve concorrere a produrre certi mutamenti nella realtà”, quindi la letteratura, il cinema, l’arte in genere devono essere socialmente e politicamente impegnati.

La produzione del Neorealismo è, perciò, volta alla descrizione e alla denuncia dei problemi economici e sociali al fine di indurre delle soluzioni. Inoltre la cultura per i neorealisti deve essere rivoluzionaria nel senso di voler essere incisiva nel miglioramento della società; infine la cultura deve essere libera per potersi esprimere senza vincoli di nessun genere.

Da queste premesse derivano il rifiuto della poesia pura, slegata dalla realtà, e focalizzata sull’introspezione, e la scelta di nuovi contenuti e di un nuovo linguaggio.

Il nuovo tema privilegiato dagli scrittori neorealisti è la lotta, che si esplica attraverso la narrazione della lotta partigiana e delle rivendicazioni sociali dei ceti umili. La Resistenza è celebrata come momento di riscatto dalla dittatura fascista in cui gli Italiani hanno lottato per la propria libertà e per fondare una società più equa.

Contemporaneamente gli scrittori (così come i registi e i pittori) pongono la loro attenzione alla lotta degli operai e dei contadini per ottenere una giustizia sociale, che faccia scomparire le diseguaglianze e la povertà.

Le nuove tematiche necessitano di un nuovo linguaggio: gli scrittori del dopoguerra utilizzano un italiano quotidiano, colloquiale, inserendo termini dialettali e gergali al fine di esprimere i valori genuini che tale lingua lontana dai modelli letterari comunica.

I generi letterari preferiti dai neorealisti sono il romanzo documentario, che testimoni l’esperienza del protagonista/scrittore. Ad esempio Se questo è un uomo di Primo Levi sulla Shoà o Il sergente della neve di Mario Rigoni Stern sulla ritirata di Russia. Altro genere è il romanzo saggio, come Il giorno della civetta di Leonardo Sciascia o Cristo si è fermato a Eboli di Carlo Levi.

Il romanzo neorealista

La narrazione del recente passato fascista, del conflitto mondiale, della povertà presente è finalizzata a individuare eventi significativi per evitare che errori o tragedie del passato si ripresentino in futuro per ignoranza o inconsapevolezza. Tale impostazione fa sì che i romanzi abbiano un carattere documentario perché devono essere calati nella realtà del fenomeno descritto. Ad esempio la ritirata di Russia è narrata da Rigoni Stern dal punto di vista degli alpini che arrancano nella neve, che si sforzano di salvare la propria vita e di salvare la propria dignità di uomini. Non c’è nessuna indulgenza all’eroismo se non all’eroismo degli uomini che rimangono tali in condizioni estreme.

Marco Paolini in uno spettacolo teatrale ha recentemente ripreso il romanzo il sergente della neve, cogliendone lo spirito e il messaggio in modo efficace.

La focalizzazione interna della storia è resa dagli scrittori anche con l’uso frequente dei dialoghi tra i personaggi, che si esprimono in modo realistico, utilizzando termini ed espressioni coerenti con la loro condizione socio-culturale, pertanto vi è un ricorso frequente al dialetto e al gergo popolare. Tale sperimentazione linguistica è finalizzata alla ricerca di un nuovo linguaggio che riproduca la realtà in ogni suo aspetto sociale.

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Written by Luca Pirola

History and Italian literature teacher

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