Il porto sepolto

Il ruolo del poeta

Luca Pirola
4 min readJan 27, 2021
Giorgio De Chirico, Gli archeologi

Il porto sepolto è ciò che di segreto rimane in noi indecifrabile.

dice Ungaretti in una sua nota poesia. In questo componimento Ungaretti presenta la dichiarazione della sua poetica: egli è chiamato a compiere un viaggio nell’abisso dell’anima per trovare il nucleo generativo della propria poesia.
Significativamente la lirica dà il titolo alla prima raccolta pubblicata da Ungaretti nel 1916 il motivo lo spiega lo stesso Ungaretti:

Si vuole sapere perché la prima raccoltina s’intitolasse Il porto sepolto. Verso i sedici, diciassette anni, forse più tardi, ho conosciuto due giovani ingegneri francesi, i fratelli Thuile, Jean e Henry Thuile […] . Abitavano fuori d’Alessandria, in mezzo al deserto, al Mex. Mi parlavano d’un porto, d’un porto sommerso, che doveva precedere l’epoca tolemaica, provando che Alessandria era un porto, già prima di Alessandro era una città. Non se ne sa nulla: quella città si consuma e s’annienta d’attimo in attimo. Come faremo a sapere le sue origini se non persiste più nulla nemmeno di quanto è successo un attimo fa? Non se ne sa nulla, non ne rimane altro segno che quel porto custodito in fondo al mare, unico documento tramandato d’ogni era d’Alessandria. Il titolo del mio libro deriva da quel porto.

Nella fantasia di Ungaretti adolescente le rovine sommerse dell’antico porto di Alessandria diventano un luogo misterioso, noto solo al poeta che si tuffa per attingervi un’ispirazione inesauribile per le sue poesie

Il porto sepolto
Mariano il 29 giugno 1916

Il poeta indica per ogni lirica il luogo e il giorno in cui è stata scritta: in questo modo conferisce alla sua raccolta l’aspetto di un diario, forma tipica della letteratura di guerra nella quale i soldati-scrittori sperimentano l’estrema precarietà dell’esistenza.

Vi arriva il poeta

La poesia si apre con l’avverbio Vi, che si riferisce al luogo dove arriva il poeta. Questo luogo è il porto sepolto, che figura però non nel testo, ma nel titolo del componimento: quasi a dire che la lirica non inizia con il v. 1, ma con il titolo, che è a tutti gli effetti il primo verso della poesia.

La prima strofa ha un carattere impersonale, indicando il poeta (qualunque poeta) alla terza persona.

e poi torna alla luce con i suoi canti
e li disperde

Il poeta si cala (arriva) nell’abisso dove è nascosto il porto sepolto.
Si tratta di un’immagine metaforica che suggerisce la profondità di una ricerca condotta nell’anima stessa dell’uomo, nella parte più intima e ancestrale dell’essere. Una volta raggiunta questa profondità, il poeta può tornare alla luce e far nascere la sua poesia.
Egli è dunque chiamato a calarsi oltre una certa soglia e raggiungere le profondità dell’essere per ritrovarvi quei canti che vengono tradotti in poesia.

Che cosa sono i canti trovati nel porto sepolto? Si tratta della forma di espressione dell’essere che non si manifesta a parole, in un linguaggio comprensibile, ma sotto forma di canto, la cui dolcezza è l’eco della perfezione della creazione. Il poeta scende nell’abisso dell’anima proprio per udire questa melodia e in lui nasce la poesia come forma di estasi mistica. La poesia, che racchiude le modulazioni di quei canti, non può essere trattenuta dal poeta, ma deve essere “dispersa”, è un dono fatto a tutti gli uomini.

Di questa poesia

Esempio della perizia formale del poeta è il gioco tra i dimostrativi questa-quel: nel momento in cui il canto degli abissi viene convertito in linguaggio verbale, qualcosa del messaggio originario va perduto. Questa poesia, testo tangibile scritto dal poeta, si contrappone quindi a quel nulla (v. 6), che rimane qualcosa di sconosciuto (nulla) e distante (quel), e che racchiude il vero messaggio, che la parola poetica può solo sfiorare e non comunicare appieno

mi resta
quel nulla
d’inesauribile segreto

L’impersonalità della prima strofa è superata dall’apparire di un io lirico, grazie a pronome mi, l’esperienza poetica diventa così qualcosa di strettamente personale.

La realtà dell’anima risulta difficilmente comprensibile dall’uomo, egli non può capirla fino in fondo. Per spiegare questo concetto Ungaretti commentò: Il porto sepolto è ciò che di segreto rimane in noi indecifrabile, ossia quel nulla / d’inesauribile segreto. Il termine nulla non è da intendersi in senso negativo, ma ha il valore di consistenza indefinita e pulviscolare, che è però sufficiente a rivelare la presenza di un segreto comune a tutti gli uomini.

Il porto sepolto è quindi una metafora per indicare la sorgente misteriosa della poesia: solo il poeta può conoscere quel luogo e vi si può recare; una volta tornato in superficie, non tiene per sé il segreto ma anzi lo diffonde, restandone vuoto e come annullato, ma sempre pronto a tornarci.

Per Ungaretti, dunque il poeta ha un ruolo e una responsabilità ben precisi, infatti

l’esperienza poetica è esplorazione di un personale continente d’inferno, e l’atto poetico, nel compiersi provoca e libera, qualsiasi prezzo possa costare, il sentire che solo in poesia si può cercare e trovare libertà. Continente d’inferno, ho detto, a causa della singolarità del sentimento di non essere come gli altri, ma in disparte, come dannato, e come sotto il peso di una speciale responsabilità: quella di scoprire un segreto e rivelarlo agli altri. la poesia è scoperta della condizione umana nella sua essenza.

Ungaretti, prefazione a Vita di un uomo

--

--

Luca Pirola
Luca Pirola

Written by Luca Pirola

History and Italian literature teacher

No responses yet