Italia
Giuseppe Ungaretti, L’allegria, 1916
La lirica, nata in questa versione e mai più rimaneggiata da Ungaretti, esprime l’incerto intrecciarsi dell’identità poetica e di un’identità culturale dalle radici problematiche. La natura complessa dell’identità del poeta non esclude, infatti, il richiamo alla patria sognata, l’Italia: l’uniforme rappresenta simbolicamente l’appartenenza alla comunità della terra — madre.
Locvizza l’1 ottobre 1916
Sono un poeta
un grido unanime
sono un grumo di sogni
Il tratto saliente della poesia è nell’affermazione iniziale con cui Ungaretti rivendica il proprio ruolo: Sono un poeta. Egli annuncia la scoperta del riemergere istintivo di una sicurezza e altezza di canto, che affiora intatta da un baratro di silenzio e di consunzione. Il grido unanime (v.2) è il risultato sia di questa recuperata identità sia della disposizione, nata proprio dall’incedere del silenzio e della morte, a proseguire una tradizione poetica.
Sono un frutto
d’innumerevoli contrasti d’innesti
maturato in una serra
La lirica prosegue considerando la complessità delle radici culturali del poeta. Emerge la consapevolezza della particolarità della propria biografia culturale: l’espressione frutto / d’innumerevoli contrasti d’innesti sottolinea la natura composita delle culture e degli influssi avuti nella sua formazione e, insieme, la fierezza e il senso aristocratico del proprio nomadismo culturale (maturato in una serra) perché cresciuto lontano dalle proprie radici.
La seconda strofa si colloca come una parentesi tra due fuochi: da un lato l’affermazione di sé come poeta, dall’altro il richiamo all’Italia. Eppure non si crea una frattura, perché l’io può dirsi tale in forza della pluralità delle esperienze su cui è maturato.
Ma il tuo popolo è portato
dalla stessa terra
che mi porta
Italia
La poesia prosegue con il tema della “terra promessa”, l’Italia, per cui la guerra, al di là del suo aspetto tragico, diventa occasione di adesione alla comunità. La strofa ruota intorno al mito della “terra madre”, poiché il riconoscimento delle proprie radici trova conferma nella circolarità del componimento che chiude la terza strofa con la stessa parola del titolo Italia.
E in questa uniforme
di tuo soldato
mi riposo
come fosse la culla
di mio padre
La quarta strofa collega il mito dell’Italia al motivo dell’uniforme cel soldato, oggetto simbolico di un’identità ritrovata. Si attiva, dunque, un ideale asse di collegamento che lega Italia, terra — madre, all’uniforme del soldato, ed entrambe all’immagine mitica della culla, che è insieme punto di partenza e di arrivo del percorso esistenziale del poeta.
La biografia del poeta è causa di lacerazioni, ma consente di poter vivere ed esprimere in sé il dolore universale. In questa direzione agisce anche la guerra che, nonostante la sua drammaticità, diventa occasione privilegiata per trovare il legame con la terra — madre e con il popolo — collettività a cui il poeta sente di poter dar voce.
La poesia ricomincia dopo un naufragio con i pochi sparsi relitti: passata l’esperienza dolorosa della guerra e dello smarrimento, la poesia cerca di ridare senso e voce al mondo.