Johnny in collina
Fenoglio, Il partigiano Johnny, cap. 1
Dopo la notizia dell’armistizio dell’8 settembre e la resa ai tedeschi delle truppe italiane che avrebbero dovuto difendere Roma, Johnny ha tolto la divisa di soldao , ha abbandonato la capitale ed è tornato ad Alba. Per evitargli il rischio della fucilazione o della deportazione in quanto disertore, i genitori si affrettano a cercargli un rifugio dove potersi nascondere.
Johnny stava osservando la sua città dalla finestra della villetta collinare che la sua famiglia s’era precipitata ad affittargli per imboscarlo dopo il suo imprevisto, insperato rientro dalla lontana tragica Roma fra le settemplici maglie tedesche.
Alla capitolazione del 10 settembre si era stabilito che Roma sarebbe rimasta “città aperta”, ma già dal giorno dopo i Tedeschi vi avevano installato un comando militare. Il re e il capo del governo, maresciallo Badoglio, erano partiti in segreto per Brindisi all’alba del 9 settembre, lasciando i militari italiani privi di ordini.
L’aggettivo settemplici letteralmente significa “formato da sette parti” o anche “rinforzato sette volte”, come gli scudi degli eroi omerici. L’aggettivo di derivazione epica, contrasta con il verbo gergale “imboscarlo” e allude allo stretto controllo poliziesco messo in atto dai Tedeschi.
Lo spettacolo dell’8 settembre locale, la resa di una caserma con dentro un intero reggimento davanti a due autoblindo tedesche not entirely manned, la deportazione in Germania in vagoni piombati avevano tutti convinto, familiari ed hangers-on, che Johnny non sarebbe mai tornato; nella più felice delle ipotesi stava viaggiando per la Germania in uno di quei medesimi vagoni piombati, partito da una qualsiasi stazione dell’Italia centrale.
I termini inglesi (not entirely manned, con un equipaggio non completo, e hangers-on, seguaci, sono le prime di una lunga serie di espressioni inglesi presenti nel romanzo. Oltre all numerose inserzioni inglesi sono presenti anche calchi dalla stessa lingua (terrifici da “terrific”) che significa spaventevole, ma anche straordinario. In tal modo l’italiano messo costantemente in relazione con l’inglese, moltiplica le sue potenzialità espressive. Fenoglio utilizza l’inglese per sottrarsi al monolinguismo tipico di tanta produzione neorealista, che puntava all’oggettività della narrazione attraverso al ricorso a una lingua il più possibile neutra, ma che spesso finiva per risultare stereotipata. Al contrario quella di Fenoglio è una lingua magmatica da reinterpretare in maniera creativa.
Aleggiava da sempre intorno a Johnny una vaga, gratuita, ma pleased and pleasing reputazione d’impraticità, di testa fra le nubi, di letteratura in vita… Johnny invece era irrotto in casa di primissima mattina, passando come una lurida ventata fra lo svenimento di sua madre e la scultorea stupefazioni del padre. S’era vertiginosamente spogliato e rivestito del suo migliore abito borghese (quell’antica vigogna), passeggiando su e giù in quella ritrovata attillatezza, comodità e pulizia, mentre i suoi l’inseguivano pazzamente nel breve circuito. La città era inabitabile, la città era un’anticamera della scampata Germania, la città coi suoi bravi bandi di Graziani affissi a tutte le cantonate, attraversata pochi giorni fa da fiumane di sbandati dell’Armata in Francia, la città con un drappello tedesco nel primario albergo, e continue irruzioni di tedeschi da Asti e Torino su camionette che riempivano di terrifici sibili le strade deserte e grige, proditoriate. Assolutamente inabitabile, per un soldato sbandato e pur soggetto a bando di Graziani.
Il maresciallo Graziani, ministro della difesa della RSI, aveva emesso decreti (bandi) che obbligavano i giovani in età di leva ad arruolarsi, pena la fucilazione.
Alla notizia dell’armistizio, in provincia di Cuneo (dove si trova Alba) si sono succeduti eventi preoccupanti: la caserma si è arresa senza opporre resistenza a due autoblindo tedesche; i soldati italiani sono deportati dai nazisti dopo che il 13 ottobre il governo Badoglio ha dichiarato guerra alla Germania. Tutto ciò ha convinto i familiari e gli amici di Johnny che il giovane non tornerà più a casa. Invece eccolo ripresentarsi improvvisamente fra lo svenimento di sua madre e la scultorea stupefazione del padre, smentendo così la propria fama di impraticità, di testa fra le nubi, di letteratura in vita cioè di scarsa concretezza , distrazione e tendenza a confondere la vita con la letteratura.
Il tempo per suo padre di correre ad ottenere il permesso dal proprietario della villetta collinare, il tempo per lui di arraffare alla cieca una mezza dozzina di libri dai suoi scaffali e di chiedere dei reduci amici, il tempo per sua madre di gridargli dietro: — Mangia e dormi, dormi e mangia, e nessun cattivo pensiero, — e poi sulla collina, in imboscamento.
Per una settimana aveva mangiato molto, dormito di più, nervosamente letto dal Pilgrim’s Progress, dalle tragedie di Marlowe e dalle poesie di Browning, ma senza sollievo, con un’irosa sensazione di peggioramento. E aveva visto molto paesaggio, come un interno rinfresco, molto paesaggio (talvolta quarti d’ora e più su un solo dettaglio di esso), tentando di escludervi i segni e gli indizi degli uomini. La villetta era stupida e pretenziosa, ma sorgeva su uno sperone in livrea d’amore autunnale, dominante a strapiombo il corso del fiume all’uscita della città, scorrente tra basse sponde come una inalterabile colata di piombo, solennemente limaccioso per le prime piogge d’autunno. In the stillness of night, il suo suono s’arrampicava frusciante su per lo sperone sino alle finestre della villetta, come per un agguato. Ma Johnny amava il fiume, che l’aveva cresciuto, con le colline. Le colline incombevano tutt’intorno, serravano tutt’intorno, in un musicale vorticare di lenti vapori, talvolta le stesse colline nulla più che vapori. Le colline incombevano sulla pianura fluviale e sulla città, malsanamente rilucenti sotto un sole guasto. Spiccavano le moli della cattedrale e della caserma, cotta l’una, fumosa l’altra, e all’osservante Johnny parevano entrambe due monumenti insensati.
Giunto in collina, dove i genitori gli hanno trovato una villetta isolata per nascondersi, Johnny cerca di ritrovare un suo equilibrio interiore attraverso la lettura dei classici inglesi e la contemplazione del paesaggio, ma il suo stato d’animo è inquieto a causa dei pensieri e delle preoccupazioni che lo attanagliano, tanto che non trova alcun sollievo dalla lettura. Johnny comprende che la letteratura, che pure è la strada che l’ha condotto all’antifascismo, da sola non può bastare, che in una situazione tragica come quella della guerra l’isolamento rischia di essere una scelta egoistica e dunque colpevole.
Manca qualsiasi punto di riferimento ideologico: la natura stessa sembra ostile, sia il duomo (potere religioso) sia la caserma (autorità militare) appaiono a Johnny privati di ogni significato (monumenti insensati).
Le giornate d’autunno, pur d’autunno, erano insopportabilmente lunghe, il guadagno fatto col dormire diurno si dilapidò presto per l’insonnia notturna; ora egli passava nottate fumando, accavallando le gambe e leggendo un gran fondo di lettura. So mornings were diseased and nightmared. Il paesaggio ora lo nauseava, scontato il gusto del ritrovamento della terra natale e vitale. La letteratura lo nauseava.
Come da quel surfeit di cibo e di sonno gli si cancellò tutto della vita militare, in capo ad una settimana non sapeva più da che parte si cominciasse a smontare un mitragliatore, ciò che una settimana prima sapeva fare ad occhi bendati. Ed era male, qualcosa, dentro pungente e icefying, l’avvertiva che era male, le armi sarebbero rientrate nella sua vita, magari per la finestra, ad onta d’ogni strenua decisione o sacro voto contrari.
Il disorientamento del protagonista si acuisce a causa dell’inazione forzata. Proprio da questa insoddisfazione originata dalla consapevolezza che non è possibile limitarsi a guardare gli eventi ma che bisogna prendervi parte, si svilupperà in lui la decisione di raggiungere i partigiani e combattere con loro, assecondando quello che per ora è solo un vago presentimetno che le armi sarebbero rientrate nella sua vita.