La capra

Il dolore individuale e universale

Luca Pirola
3 min readJan 16, 2021
Marc Chagall, Io e il villaggio

La lirica è uno dei testi più celebri di Saba e al contempo uno dei più significativi per comprendere la concezione che il poeta ha dell’uomo e della natura. Nella solitudine e nel belato dolente di una capra il poeta riconosce la sofferenza dell’uomo e, insieme, di tutti gli esseri viventi.
La poesia ripropone il tema antico del dolore universale degli uomini, anzi di tutti gli esseri viventi; ma lo ripropone attraverso una situazione inedita, il dialogo fraterno con un povero animale infreddolito.

La lirica è composta da tre strofe di endecasillabi e settenari (l’ultimo è un quinario) di lunghezza variabile (quattro, sei e tre versi) con rime disposte liberamente.

Ho parlato a una capra.
Era sola sul prato, era legata.
Sazia d’erba, bagnata
dalla pioggia, belava.

La capra in questo testo è simbolo della sofferenza. Saba dunque supera il modello dell’idillio e lo rimodula in un ben più profondo tema esistenziale, quello appunto del dolore. La sofferenza non deriva da un dolore fisico, perché la capra non soffre la fame, dal momento che nel prato può mangiare a sufficienza (sazia d’erba). Il suo belato di lamento è dovuto al fatto di essere sola e legata sotto la pioggia. L’animale non ha nessuno che condivida la sua esistenza e nessuno che si prenda cura di lei: è abbandonata e incapace di liberarsi da sola e di ripararsi. Questa è la causa del suo dolore, espresso dal belato. Per Saba la condizione del dolore è universale e colpisce dunque sia gli uomini sia gli animali.

Quell’uguale belato era fraterno
al mio dolore. Ed io risposi, prima
per celia, poi perché il dolore è eterno,
ha una voce e non varia.
Questa voce sentiva
gemere in una capra solitaria.

L’incontro con la capra fa comprendere al poeta il carattere universale del dolore, che ha una sola e unica voce e riempie la vita di ogni essere vivente. Il “dialogo” tra la capra e l’uomo diventa possibile proprio perché entrambi condividono il comune destino di sofferenza, tanto da riconoscersi fratelli.

La poesia ha un andamento fluido e musicale, dovuto oltre che dalle rime dalle assonanze fra le parole a fine verso; dall’anadiplosi lega le tre strofe, in modo che la strofa successiva riprende sempre un vocabolo conclusivo della precedente;infine dalla struttura circolare dei contenuti.

In una capra dal viso semita
sentiva querelarsi ogni altro male,
ogni altra vita.

L’aspetto della capra ricorda al poeta i tratti tipici del volto di un ebreo. Saba impiega significativamente il termine viso e non “muso”, con l’intento di “umanizzare” l’animale e renderlo simile agli uomini nella sofferenza. In particolare qui sembra trasparire la sofferenza del popolo ebraico, nella cui secolare storia di persecuzioni e discriminazioni il poeta doveva vedere riflessa e amplificata anche la propria dolorosa vicenda personale.
Poiché il dolore è universale, nel lamento della capra il poeta può riconoscere il dolore di ogni altro essere vivente, compreso il proprio.

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Luca Pirola
Luca Pirola

Written by Luca Pirola

History and Italian literature teacher

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