Movesi il vecchierel canuto e biancho
Il pellegrinaggio e ildesiderio di Laura
Il sonetto, che esprime la tensione verso una meta agognata, è dominato da due figure: il vecchio pellegrino diretto a Roma per venerare le reliquie del Cristo e l’io poetico proteso a cogliere la forma vera di Laura dietro le sembianze di altre donne che incontra.
Il sonetto è interamente occupato da una similitudine, la cui prima parte è molto più estesa della seconda: un vecchio pellegrino si reca a Roma, incurante delle fatiche e degli acciacchi dell’età, per vedere la reliquia del volto di Gesù, così il poeta cerca il viso che desidera (quello di Laura) in altre immagini. Come già in altre liriche la dimensione sacra, che occupa la prima parte della similitudine, è risolta nell’esperienza profana della ricerca amorosa.
metro: sonetto con rime ABBA, ABBA, CDE, CDE
Movesi il vecchierel canuto et biancho
del dolce loco ov’à sua età fornita
et da la famigliuola sbigottita
che vede il caro padre venir manco;
La lirica si apre con un verbo di moto (Movesi) che esprime immediatamente la dinamicità della situazione del pellegrino, che identificato come vecchierel, con un vezzeggiativo che introduce una nota affettiva nei confronti dell’anziano che lascia la sua casa per intraprendere un lungo e stancante viaggio. L’avanzata età del pellegrino è accentuata dall’endiadi canuto e biancho (v.1), due aggettivi quasi sinonimi, che indicano la dimensione interiore (il primo) e fisica (il secondo).
La partenza del caro padre (v. 4) è vissuta con dolore, quasi con la consapevolezza che il pellegrinaggio sarà un viaggio senza ritorno, metafora del passaggio dell’anziano genitore alla vita eterna.
indi trahendo poi l’antiquo fianco
per l’extreme giornate di sua vita,
quanto piú pò, col buon voler s’aita,
rotto dagli anni, et dal cammino stanco;
L’avverbio che apre la seconda strofa (Indi, v.5) rimette in movimento la narrazione dopo che la prima strofa si era chiusa sulla famiglia che rimane a casa; tale effetto è rafforzato dall’enjambement del v.5 che restituisce l’idea del movimento continuo del pellegrino, del suo incedere faticoso. Il movimento è enfatizzato in tutto il sonetto dalla dislocazione dei verbi di moto che, scanditi e ripresi al principio di ogni strofa (Movesi v.1, trahendo v.5, viene … seguendo v. 9 e vo v.12), ribadiscono il concetto di perenne ricerca dell’oggetto amato.
Il pellegrinaggio assume qui dei tratti allegorici, grazie all’espressione extreme giornate di sua vita (v.6), che allude sia agli ultimi giorni della vita terrena, sia alle tappe finali del pellegrinaggio, e grazie al chiasmo del v.8 (rotto dagli anni, et dal cammino stanco) che sottolinea la duplice espereinza della vita e del pellegrinaggio verso Roma.
et viene a Roma, seguendo ‘l desio,
per mirar la sembianza di colui
ch’ancor lassú nel ciel vedere spera:
La meta del pellegrinaggio del vecchierel giustifica ogni fatica affrontata, poiché egli segue il desio (v.9), cioè il buon volere che sorregge — secondo sant’Agostino — il buon cristiano in ogni sua azione. Il pellegrinaggio ha come scopo la contemplazione della sembianza (v.10), della semplice immagine, che è solo un tramite verso la Salvezza, poiché la fede del pellegrino lo porta a raggiungere la vera meta di tutta una vita: il Paradiso (ancor lassú nel ciel vedere spera, v.11). Solo in questo modo il vecchierel — come ogni buon cristiano — potrà portare a termine il “vero” viaggio e contemplare direttamente il volto di Dio.
cosí, lasso, talor vo cerchand’io,
donna, quanto è possibile, in altrui
la disïata vostra forma vera.
Finalmente è introdotto il secondo termine della similitudine dal Così (v.12), Petrarca compie la medesima ricerca del pellegrino, ma l’oggetto del suo desiderio è il volto di Laura, che l’io lirico cerca di scorgere — per quanto è possibile (v.13) — nelle altre donne. La ricerca è vana, perché la forma vera (v.14) di Laura è irraggiungibile pienamente da un occhio umano, così come il volto di Dio può essere cercato solo in altre immagini che ne sono copia imperfetta.
La particolarità del sonetto è data soprattutto dalla sovrapposizione tra la sfera dell’amore per Dio e quella dell’amore per Laura: per quanto entrambi sono mossi da un ardente desiderio di ricerca, il vecchierel e l’io poetico si rivolgono a oggetti tra loro molto diversi. L’obiettivo, che persegue l’io lirico, ha una dimensione del tutto umana perciò distoglie l’io lirico da Dio, unica fonte di felicità e pace interiore.