X agosto

Il dolore individuale e il dolore universale

Luca Pirola
5 min readOct 13, 2020
Vincent Van Gogh, Notte stellata sul Rodano

Il componimento, scritto nel 1896, fu inserito nella quarta edizione di Myricae. il titolo fa riferimento a una data del calendario, la ricorrenza di San Lorenzo, quando nella notte è più visibile il fenomeno delle stelle cadenti. Per il poeta, tuttavia, in quel giorno ricorre l’anniversario della morte del padre, ucciso nella notte con un colpo di fucile da mano ignota.

metro: quartine di endecasillabi alternati a novenari, a rime alternate. L’alternanza di un verso più lungo con uno più breve ricorda il distico elegiaco della poesia latina.

X agosto

San Lorenzo, io lo so perché tanto
di stelle per l’aria tranquilla
arde e cade, perché sì gran pianto
nel concavo cielo sfavilla.

Nella prima strofa il poeta si rivolge a San Lorenzo, la cui festa cade il 10 agosto, con tono distaccato e riflessivo. La notte è famosa per la possibilità di osservare le stelle cadenti, paragonate alle lacrime del cielo.

Ritornava una rondine al tetto:
l’uccisero: cadde tra spini:
ella aveva nel becco un insetto:
la cena de’ suoi rondinini.

Ora è là, come in croce, che tende
quel verme a quel cielo lontano;
e il suo nido è nell’ombra, che attende,
che pigola sempre più piano.

In riferimento implicito alla notte delle stelle cadentil il poeta inserisce due strofe narrative in cui descrive la morte di una rondine che viene uccisa mentre porta ai suoi piccoli il cibo; i rondinini attendono invano il ritorno della madre.

Anche un uomo tornava al suo nido:
l’uccisero: disse: Perdono;
e restò negli aperti occhi un grido:
portava due bambole in dono…

Ora là, nella casa romita,
lo aspettano, aspettano in vano:
egli immobile, attonito, addita
le bambole al cielo lontano.

Nelle due strofe successive il poeta introduce il paragone tra la rondine e il padre del poeta (pur senza nominarlo, la sua indentità è lasciata intendere dalla biografia del poeta stesso): l’uomo è stato ucciso mentre portava regali alle figlie, che lo attendono invano.

E tu, Cielo, dall’alto dei mondi
sereni, infinito, immortale,
oh! d’un pianto di stelle lo inondi
quest’atomo opaco del Male!

La strofa finale è rivolta direttamente al cielo che inonda la Terra con il suo pianto di stelle. Pertanto ritorna circolarmente all’immagine della notte di San Lorenzo introdotta all’inizio della lirica.

La lirica condensa alcuni temi caratteristici della poesia pascoliana: il ricordo doloroso della morte violenta del padre diventa costitutivo dell’immagine che il poeta costruisce di sé. Il tema del nido, che la rondine e l’uomo non fanno in tempo a raggiungere, è descritto come luogo sicuro e protetto, contrapposto ad un esterno minaccioso. Strettamente legata a questa immagine è la meditazione sul Male, che permea il mondo, coinvolgendo ogni essere. Infine la lirica eleva ad una dimensione universale la sofferenza privata, infatti il sentimento cosmico in cui reminiscenze della tradizione cristiana (la contrapposizione tra Cielo buono e Terra cattiva) si intrecciano in modo inquietante con la concezione materialistica e angosciante del cosmo come atomo opaco, sperduto nello spazio.

Questi temi si innestano sull’originaria poesia delle piccole cose rappresentata dalla descrizione delle storie parallele ella rondine e dell’uomo.

Analisi stilistica
Il testo è strutturato su precise simmetrie: la strofa 1 e la strofa 6 incorniciano il testo in una struttura circolare.

Le strofe 2–3 raccontano l’assassinio della rondine che crea un parallelismo con le strofe 4–5 riferite all’assassinio dell’uomo. Le due coppie di quartine hanno la medesima struttura logico/sintattica.

Le simmetrie presenti nelle strofe centrali sono sottolineate da precisi richiami lessicali, che evidenziano come la violenza cieca colpisca indistintamente animali e persone. tale concetto è rafforzato dallo slittamento dei termini dalla sfera umana a quella animale e viceversa: la rondine torna al tetto, mentre il nido è metonimia dei rondinini che attendono; l’uomo torna al nido, mentre la casa romita aspetta invano il suo ritorno. Entrambi tendono al cielo il dono per la prole, cha siano le bambole o il cibo.

La sintassi della poesia è semplice, il linguaggio presenta elementi comuni, quasi puerili (il diminutivo rondinini, l’allitterazione pigola sempre più piano) e il metro scandito danno la falsa impressione di superficialità. La semplicità di Pascoli, tuttavia, si intreccia con elementi lessicali colti e complessi come i latinismi (tanto di stelle) e traslati raffinati (atomo opaco).

Interpretazione e approfondimento
Il dolore individuale del poeta è reso universale attraverso la simile esperienza della rondine, in quanto la sofferenza prodotta da una violenza cieca e insensata colpisce ogni essere vivente. Inoltre tale concetto di universale è ampliato a tutto l’universo per mezzo del riferimento alle stelle cadenti della prima strofa, fenomeno che assume un significato simbolico esplicitato nell’ultima quartina: le stelle sono il pianto del cosmo per il Male presente sulla Terra.

Chiari, poi, sono i riferimenti al sacrificio di Cristo, che assume su di sé il dolore universale per la redenzione dal peccato originale. Pascoli, pur non essendo credente, assume la figura del Cristo crocifisso come esempio del sacrificio del padre che porta doni alle figlie e della rondine che nutre i rondinini. Di ciò ci sono riferimenti precisi nelle strofe centrali: la rondine cade “tra gli spini” (v.6); la rondine giace come in croce; il “perdono” che l’uomo innocente rivolge agli assassini (v.14). Nella differenza si rivela la disperazione di Pascoli, che non rielabora la sofferenza in un contesto di significato più ampio e religioso, perché, se la morte di Cristo ha portato la Salvezza all’umanità, la violenza del mondo resta priva di senso, in quanto non porta riscatto o conforto: il Cielo, infatti, compiange la sofferenza dell’uomo, ma rimane indifferente e sereno.

La poesia è, dunque, una protesta contro la violenza e un invito alla non-violenza; ma il presentare il Male come un mistero cosmico e ineluttabile quasi svaluta la prospettiva di un impegno attivo contro la malvagità.

--

--

Luca Pirola
Luca Pirola

Written by Luca Pirola

History and Italian literature teacher

No responses yet